giovedì 27 dicembre 2007

Iniziando a surfare

Troppo "manga"?
Si, la tavola è davvero una figata.
Ma ci vuole il programmino adatto.

martedì 18 dicembre 2007

Quante storie.


Mi ha preso un pensiero che non lo so
di quegli spiragli di chiarezza, improvvisa, abbagliante
dici: ecco. Come il padre di Zeno, indicando il cielo.
Visto, hai visto?
Rimane impressa, come la luce intensa sulla retina, per un po'
e perde di intensità, ogni istante che passa.
Domattina non mi ricorderò nulla, come un sogno leggero, rimarrà
solo il ricordo di quanto ci era paciuto, e subito la rabbia
di non riuscire a ricordarlo.

E c'entrava qualcosa col Nostro continuo andare a tentoni, cercare
e sentire le risposte a occhi chiusi, tastandole con le mani...
"Non so..." guardando in alto, provando un senso, togliendolo, mettendocene un altro
un "perchè", un "chissà"... sospirati.
Sappiamo già, quanto stupidi sembriamo, se ci potessimo gardare dall'alto
o all'indietro, dal futuro. "Che bambini, quante storie".
Tanto valeva prenderla come veniva, senza tanti arzigogoli.

Ma quante canzoni senza parole, che bellezza, nell'aria, in tutto quest'arrovellarsi.
Vogliamo essere Grandi, maturi, forti. Ma ci soffriamo, sotto, per poi riderci, sopra.
Perchè se tutto è un gioco, anche noi lo siamo: non siamo i giocatori, la nostra non è
la mano del destino che muove i pezzi. Siamo al massimo il dado, che rotola, intriso di speranza
e che vibra di esultanza o di bestemmia quando si ferma, quando si decide.

Era un pensiero che non lo so, forse il the nero con la sangria non andava tanto bene
ma mi ha ricordato che non basta guardarsi dentro per capire cosa c'è che non va.
Perchè non siamo nei film, non è un fumetto, che basta uno sguardo e hai capito com'è, quello li.
Il bianco e nero, ce lo possiamo scordare.
E per il più idiota e sfigato e piatto e inconsistente e vuoto non ti basterebbero
tre vite e tutte le parole degli universi a descriverlo, neanche un po', quindi tanto vale che rinunci.

Tanto vale che segui la partita come gira, che sorridi un poco, e che tieni chiuso quel cesso di bocca.

sabato 15 dicembre 2007

Well, the night does funny things inside a man

http://it.youtube.com/watch?v=JqV8mpTfBHc


Well I hope that I don't fall in love with you
'Cause falling in love just makes me blue,
Well the music plays and you display your heart for me to see,
I had a beer and now I hear you calling out for me
And I hope that I don't fall in love with you.

Well the room is crowded, people everywhere
And I wonder, should I offer you a chair?
Well if you sit down with this old clown, take that frown and break it,
Before the evening's gone away, I think that we could make it,
And I hope that I don't fall in love with you.

Well the night does funny things inside a man
These old tom-cat feelings you don't understand,
Well I turn around to look at you, you light a cigarette,
I wish I had the guts to bum one, but we've never met,
And I hope that I don't fall in love with you.

I can see that you are lonesome just like me, and it being late,
You'd like some some company,
Well I turn around to look at you, and you look back at me,
The guy you're with has up and split, the chair next to you's free,
And I hope that you don't fall in love with me.

Now it's closing time, the music's fading out
Last call for drinks, I'll have another stout.
Well I turn around to look at you, you're nowhere to be found,
I search the place for your lost face, guess I'll have another round
And I think that I just fell in love with you.



martedì 4 dicembre 2007

Big Kahuna

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

giovedì 22 novembre 2007

La Géante



Allorchè la Natura col suo estro possente
concepiva ogni giorno qualche figlio prodigioso,
avrei voluto vivere accanto a una fanciulla gigante,
come ai piedi d’una regina un gatto voluttuoso.

Vedere il suo corpo insieme alla sua anima fiorire
e crescere liberamente in terribili giochi;
dalle umide nebbie fluttuanti negli occhi capire
se il suo cuore covi un oscuro fuoco;

percorrere a non finire le sue splendide forme;
scalare la china d’un suo ginocchio enorme,
e talvolta d’estate, quando soli malsani,

la fanno, stanca, giacere attraverso la campagna,
addormentarmi mollemente all’ombra dei suoi seni,
come un quieto villaggio a piè d’una montagna.

Charles Baudelaire, i fiori del male



lunedì 19 novembre 2007

Giangi


L'immagine è protetta da Copyright [Ele]



Chitarra e voce


...just skatchin'...

lunedì 12 novembre 2007

Nim...Tzeng?




[...]

Ed il più grande
conquistò nazione dopo nazione,
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perchè più in là
non si poteva conquistare niente;
e tanta strada per vedere un sole disperato
e sempre uguale e sempre
come quando era partito.

Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave
ha più ferite che battaglie, e lui ce l'ha la chiave.
Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli
ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio
io che non parto e sto a guardarti
e che rimango sveglio.

Forse non lo sai ma pure questo è amore.



R.Vecchioni, Stranamore

Ahum



I’ve got something to tell you
About my heart,
That you hold… ahum
If your down well there’s someone there… ah ah
Don’t you know… ahum

C’è qualcosa di me
Dentro me
Che non sai
Fino in fondo… ahum

C’è un giardino che mai
Forse mai
Troverai
Dove mi nascondo… ahum

Io sto con te
E non ti sento

You know what I want to say
After this love
After the rain
Ma che bel vento

Riempimi gli occhi
Curve nell’aria
D’oro e d’argento

Sono qui
Forse piu’ in là
Forse già qua
Se vai fino in fondo.
What do you think about me?
What do you think about me?

C’è qualcosa di me
Dentro te
Che non vuoi
Fino in fondo… ahum

Won’t walk out
I want to stay

L’aria è celeste
Come non sei
After this love After this love
After the rain After this crying
Ma che bel vento Ma che bel tempo

Riempimi gli occhi Riempimi gli occhi
Curve nell’aria Gioia nel pianto
D’oro e d’argento D’oro e d’argento

Sono qui Io sono qui
Forse più in là Forse più in là
Forse chissà Forse già qua

Ma vai fino in fondo, ti prego vai fino in fondo….. ahum.

lunedì 5 novembre 2007

delirio di una notte di mezza estate




"...e cercavo con sguardo incerto di affrontare quel vento, senza risultato.

e rigirare le parole, fredde e effilate, nelle sue carni esposte

sangue al sangue, sentire tutta quella terra, quell'aria, quella luce.

e così proseguivo, rauco e dondolante, in un requiem di nostalgie, e mi sentivo scivolare via, piano-
Non ne potevo più, era l'ultima volta, l'ultima.

rimanere, fermo, senza nulla da dire, sernza quasi respirare, per timore di far vibrare anche un'unica nota di disaccordo
perchè non c'è nulla di peggio che sentirsi soli tra la gente.

... oh, ma poter spingere piano le dita nei suoi capelli, e afferrarla con dolcezza,
non farla scappare, la sua mente, il suo calore, le sue cellule: Qui, vicino...

... Sarebbe stato bello, bello e superfluo."

lunedì 22 ottobre 2007

Aerith





“ – Come fai a saperlo? Tu chi sei? – chiese lei.

- Quando tornerai a letto, questa notte, lo saprai. Se diciamo troppo, scompariresti, o scomparirei io. Non sono del tutto sicuro chi di noi due sia reale e chi sia un fantasma.

- Non io! Oh, di certo non io. Io riesco a sentirmi. Io sono qui. Guarda! – e gli mostrò il palmo della mano, con cui si era asciugata le lacrime.

- Va bene, questo è reale. Allora, mia giovane donna, devo essere io il visitatore. Sono venuto a dirti che andrà tutto bene. Credi nei fantasmi speciali?

- Tu sei speciale?

- Uno di noi due lo è. O magari entrambi. Il fantasma del giovane amore e quello di colui che non è ancora nato.

- È questo che sono io, che sei tu?

- Non è facile spiegare i paradossi.

- Quindi, in base alla tua versione, tu sei impossibile, e così pure io.

- Se ti è più facile, pensa semplicemente che io non sono qui. Credi nei fantasmi?

- Penso di sì.

- Mi capita di immaginare che ci siano dei fantasmi speciali nel mondo. Non dei fantasmi di persone morte. Ma fantasmi di necessità o bisogni o, meglio ancora, desideri.

- Non capisco.

- Be’, ti è mai capitato di sdraiarti a letto il pomeriggio tardi, o nel pieno della notte e sognare in modo così vivido, che, una volta sveglia, ti sembra che la tua anima stia per abbandonare il corpo, come se qualcuno avesse sbattuto un lungo lenzuolo candido fuori dalla finestra? Tu desideri qualcosa così tanto che la tua anima balza fuori e lo insegue, mio Dio, così veloce?

- Be’… sì. Sì!

- I ragazzi lo fanno, gli uomini lo fanno. Quando avevo dodici anni lessi i romanzi di Marte scritti da Burroughs. John Carter era solito starsene a guardare le stelle, alzava le braccia verso Marte e chiedeva di essere preso. E Marte si impossessò della sua anima, lo sradicò come un dente dolente, lo gettò nello spazio e lo fece approdare nel mare morto di Marte. Questi sono i ragazzi, questi sono gli uomini.

- E le ragazze, le donne?

- Loro sognano, è vero. E i loro fantasmi escono dai loro corpi. Fantasmi viventi. Bisogni viventi. Desideri viventi.

- E vanno a camminare nei prati nelle notti d’inverno?

- È più o meno così.

- Allora io sono un fantasma?

- Sì, il fantasma del desiderio; e il desiderio è così forte che può uccidere, ma non uccide te, anche se ti scuote fino allo stremo.

- E tu?

- Io devo essere il fantasma della risposta.”

Ray Bradbury,

“That Woman on the Lawn”


sabato 22 settembre 2007

Ricordo quell'uomo che gridava nella piazza

http://www.youtube.com/watch?v=xOPuUlpp238

There is a time when the operation of the machine becomes so odious, makes you so sick at heart, that you can't take part; you can't even passively take part, and you've got to put your bodies upon the gears and upon the wheels, upon the levers, upon all the apparatus, and you've got to make it stop. And you've got to indicate to the people who run it, to the people who own it, that unless you're free, the machine will be prevented from working at all!

Mario Savio

giovedì 20 settembre 2007

lunedì 3 settembre 2007

Lucertola senza coda

è andata, perduta, e via

nell'attesa che ricresca, sfoggio con orgoglio il moncherino

una bambina, forse per gioco, forse con coscienza, mi ha liberato del fardello

che mi trascinavo, convinto fosse giusto

convinto di fare bene

stac

un gran male, tutto insieme, in un istante

ma subito dopo, così leggero

volevo volare.

Vi guardo dal basso, signori miei, mi muovo sulla pancia

cresceranno altre code, cambierò tante pelli

e un giorno potremo guardarci negli occhi.

Per ora, il mondo gira più in fretta di me, e devo corrergli dietro.

Butterò via un po' di frasi fatte, di giri di parole

mi lascerò alle spalle qualche virtù, per guadagnarne di nuove

e amare Amore sarà di nuovo cosi bello.

Arrivo, non aspettatemi.